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Calcolo impronta ecologica
Che cos'è e come si fa

A.t.System Srl

Sempre di più si parla del depauperamento delle risorse della Terra da parte dell’uomo, ormai l’uomo consuma più risorse di quelle che il pianeta riesce a produrre.

Che cos’è il calcolo dell’impronta ecologica


L'impronta ecologica è un indicatore della quantità di risorse naturali che un individuo, una comunità o una nazione consuma e della quantità di rifiuti che produce. Questo concetto misura l'effetto che l'attività umana ha sull'ambiente e viene espresso in unità di superficie terrestre (ad esempio ettari).

Il termine "impronta ecologica" è stato coniato nel 1992 da William Rees e Mathis Wackernagel, due ricercatori dell'Università della Columbia Britannica in Canada. Inizialmente, l'impronta ecologica è stata utilizzata come uno strumento per misurare l'effetto dell'attività umana sull'ambiente e per valutare la sostenibilità dei nostri modelli di sviluppo.

L'idea dietro l'impronta ecologica è che ogni attività umana ha un impatto sull'ambiente e che dobbiamo essere consapevoli di questo impatto per poterlo ridurre. Ad esempio, il consumo di energia, cibo e acqua, così come la produzione di rifiuti e le emissioni di gas serra, contribuiscono alla nostra impronta ecologica.

Negli ultimi decenni, l'impronta ecologica è diventata uno strumento importante per la valutazione della sostenibilità a livello globale e locale. Molti governi, organizzazioni e individui hanno promosso l'impronta ecologica come uno strumento per valutare il loro impatto sull'ambiente e per cercare di ridurlo. Come detto, il calcolo dell'impronta ecologica si basa sull'idea che tutte le attività umane consumano risorse naturali e producono rifiuti che impattano sull'ambiente.

Di cosa tiene conto il calcolo dell’impronta ecologica?


L'impronta ecologica si esprime in unità di superficie terrestre (ad esempio ettari) e tiene conto di una serie di fattori. Le categorie di superfici produttive prese in considerazione sono le zone dove si effettua la pesca, i pascoli, le zone oramai edificate, i terreni coltivati, le aree boschive e la superfice terrestre necessaria per lo smaltimento delle emissione di carbonio prodotte. In generale, l'impronta ecologica è divisa in diverse categorie.

  • La prima categoria è quella dell'uso del suolo, che include la quantità di terreno necessaria per l'agricoltura, l'allevamento, l'urbanizzazione e le attività estrattive.

  • La seconda categoria è quella dell'energia, che include l'energia utilizzata per la produzione di elettricità, il trasporto e il riscaldamento.

  • La terza categoria è quella del trasporto, che comprende le emissioni di gas serra prodotte dai mezzi di trasporto.

  • La quarta categoria è quella dei rifiuti, che include la quantità di rifiuti prodotti e le emissioni di gas serra associati alla loro gestione.

    Per il calcolo dell'impronta ecologica, vengono presi in considerazione questi fattori e viene valutata la quantità di risorse necessarie per sostenere un determinato stile di vita o una determinata attività umana. In questo modo, si può valutare l'impatto ambientale di una comunità o di una nazione e cercare di ridurlo.

    Esistono diverse metodologie per il calcolo dell'impronta ecologica, ma in generale, si utilizzano dei modelli matematici.


    Come detto l’uomo vive in un deficit ecologico, tutti gli anni viene calcolato il giorno nel quale, in ogni nazione si continuano a consumare risorse che il pianete non è in grado di produrre (overshoot day), nel 2022 per l’Italia è stato il 15 Maggio.

    Per ridurre l'impronta ecologica dell'uomo sul pianeta, è possibile adottare alcune soluzioni pratiche come: ridurre il consumo di energia, attraverso l'uso di fonti rinnovabili e il risparmio energetico; ridurre il consumo di acqua, attraverso l'uso consapevole delle risorse idriche; ridurre il consumo di carne e prodotti animali, ridurre la produzione di rifiuti attraverso il riciclo e la riduzione del consumo di materiali usa e getta. Inoltre, è importante promuovere uno stile di vita sostenibile, che preveda l'uso di mezzi di trasporto pubblici e biciclette, la riduzione degli spostamenti inutili e la scelta di prodotti a basso impatto ambientale.

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